LIBANO: Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha incontrato il Primo Ministro Najib Mikati

LIBANO: Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha incontrato il Primo Ministro Najib Mikati

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si è recata in Libano dove ha incontrato il Primo Ministro Najib Mikati e il Presidente del Parlamento Nabih Berri, con cui si è confrontata sulla situazione in Libano e nella regione e sugli sforzi in corso per giungere a un cessate il fuoco in Libano e a Gaza.

Con i suoi interlocutori, il Presidente Meloni ha ribadito la necessità di assicurare in ogni momento la sicurezza del personale di UNIFIL e ha avuto uno scambio su come promuovere una reale e piena applicazione della risoluzione 1701. In questo quadro, ha rinnovato l'impegno dell'Italia per sostenere le capacità delle forze armate libanesi in modo che possano assumere le responsabilità previste all'interno della risoluzione 1701.

Nei suoi incontri, il Presidente Meloni si è soffermata sull'emergenza degli sfollati libanesi, ricordando i recenti ulteriori 17 milioni di euro di aiuti umanitari stanziati dall'Italia e impegnandosi a portare il tema a livello europeo e internazionale. Questa emergenza si unisce a quella dei rifugiati siriani, su cui l'Italia continuerà a impegnarsi, anche in seno all'Unione Europea, per creare le condizioni per un ritorno volontario, sicuro, dignitoso e sostenibile dei rifugiati, anche attraverso il sostegno delle Nazioni Unite.

Dichiarazioni del Presidente Meloni con Primo Ministro libanese Mikati:


"Ringrazio il Primo Ministro Mikati, il mio amico Najib, per la sua accoglienza calorosa e per il sempre utile scambio di opinioni.
Voglio dire che sono fiera di essere il primo Capo di Governo a visitare il Libano dall'inizio dell'escalation militare, e l'unico ad averlo visitato per ben due volte dal 7 ottobre dello scorso anno. La mia presenza qui, oggi, vuole essere anzitutto un'espressione di solidarietà e vicinanza verso i civili di tutte le parti che stanno soffrendo per le conseguenze del conflitto.
Come sapete, già da diverse settimane l'Italia, assieme ad altri partner internazionali, chiede un cessate il fuoco di 21 giorni. E voglio ringraziare il Primo Ministro, così come lo speaker Berri che pure incontrerò nella giornata di oggi, per aver aderito a questa proposta. E' per noi molto, molto importante.

Vengo da Bruxelles, dove ho partecipato al Consiglio Europeo e ovviamente la crisi mediorientale è stata al centro dei nostri lavori, e posso assicurarvi che siamo tutti al lavoro per un cessate il fuoco sostenibile a Gaza e qui in Libano. Stiamo sostenendo i negoziati per il rilascio degli ostaggi israeliani dalle mani di Hamas, e stiamo tutti lavorando per trovare il migliore dei modi per assistere le popolazioni civili coinvolte in questa guerra. L'Italia è in prima fila anche nelle iniziative per alleviare le crisi umanitarie. A Gaza, con la nostra iniziativa "Food for Gaza", abbiamo fatto arrivare oltre 47 tonnellate di beni alimentari, e in Libano, subito dopo l'escalation militare abbiamo approvato nuovi e immediati interventi umanitari, per ulteriori 17 milioni di euro, soprattutto per sostenere le persone sfollate dalle loro abitazioni e le comunità che le ospitano.

Ma sono qui in Libano anche per ringraziare tutti i militari impegnati nella missione UNIFIL e nella missione bilaterale italiana MIBIL. Questi militari hanno contribuito per anni alla stabilità lungo il confine israelo-libanese, e ci sarà bisogno di loro in qualsiasi scenario post conflitto.
È la ragione per la quale ribadisco che considero inaccettabile colpire UNIFIL, e torno a chiedere a tutte le parti di adoperarsi per garantire in ogni momento la sicurezza di ciascuno di questi militari.

È anche la ragione per la quale sono convinta che UNIFIL vada rafforzata. Solo rafforzando UNIFIL mantenendone la sua imparzialità si potrà cambiare pagina, e credo che dobbiamo tornare alla missione iniziale di UNIFIL e farlo nel modo giusto in coordinamento con le forze armate libanesi ('LAF').
Sono convinta anche che le LAF debbano essere messe nelle migliori condizioni per poter assumere le loro responsabilità. L'obiettivo è quello di incrementare le capacità complessive delle forze di sicurezza libanesi, rafforzando gli attuali programmi di formazione e addestramento d'intesa con le autorità libanesi.
Su tutti questi temi ci siamo confrontati con il Primo Ministro Mikati, con il quale condividiamo la necessità di una piena e reale applicazione della Risoluzione del Consiglio di Sicurezza ONU 1701. E questo significa anche che a sud del fiume Litani non deve esserci alcuna presenza militare diversa da UNIFIL e dalle LAF.
Come Italia, abbiamo anche una missione bilaterale (MIBIL) che si inquadra nell'ambito delle iniziative dell'International Support Group for Lebanon, volta proprio a rafforzare la formazione del personale militare libanese. Cercheremo di fare di più su questo fronte. Non a caso nell'ambito del G7 Difesa, in corso oggi in Italia, abbiamo promosso un incontro con tutti i partecipanti per ragionare insieme di come implementare al meglio questo lavoro.

In questo scenario così complesso e pieno di incertezza, credo anche che sia fondamentale sostenere le istituzioni libanesi anche nel loro processo di rafforzamento. Non sono il genere di leader che vuole dire agli altri cosa debbano fare, ma questa Nazione sta soffrendo, e poter contare su istituzioni funzionanti è fondamentale per poter difendere i propri interessi. E' una riflessione che penso condivida l'intera leadership di questa Nazione, e quello che posso garantire io è che l'Italia è pronta a dare tutto l'aiuto che serve, se richiesto, anche su questo fronte.
Ho approfondito con il Primo Ministro Mikati anche il dramma degli sfollati interni, e abbiamo anche discusso l'emergenza rifugiati che da tempo affligge il Libano. Si stimano più di un milione di sfollati in Libano, che si aggiungono al milione e mezzo di rifugiati siriani. Sugli sfollati come dicevo l'Italia si impegna a portare la questione a livello europeo e internazionale per dare la nostra mano. Per quanto riguarda la questione dei rifugiati l'Italia è già da tempo impegnata, e stiamo lavorando con i nostri partner europei, per costruire le condizioni che consentano il ritorno dei rifugiati in Siria. Un ritorno che, naturalmente, deve essere volontario, sicuro, sostenibile e dignitoso. Sosteniamo, a questo scopo, l'impegno dell'UNHCR e con lo stesso obiettivo abbiamo rafforzato la presenza diplomatica italiana a Damasco.
Insomma, caro Primo Ministro, sapete che potete sempre contare sull'Italia. Faremo tutto ciò che è nel nostro potere per restituire a questa Nazione amica pace e benessere".

Redazione

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