DDL ZAN e i dubbi sull’art.4 Critiche anche da sinistra. RICOLFI: “Sono in grandissimo imbarazzo e sofferenza. Sono costretto a constatare che la censura è passata da destra a sinistra e simmetricamente la libertà di pensiero è migrata da sinistra a destra…”

DDL ZAN e i dubbi sull’art.4 Critiche anche da sinistra. RICOLFI: “Sono in grandissimo imbarazzo e sofferenza. Sono costretto a constatare che la censura è passata da destra a sinistra e simmetricamente la libertà di pensiero è migrata da sinistra a destra…”

Ospite della trasmissione "Quarta Repubblica", il sociologo e politologo Luca Ricolfi, intellettuale di sinistra, dice la sua in merito ai timori che molti hanno sul fatto che la legge Zan possa essere un bavaglio per la libertà di espressione. Sull'art.4 in particolare, Ricolfi sembra essere decisamente critico.

Art.4 ddl Zan
Pluralismo delle idee e libertà delle scelte: 
Sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti.

Ricolfi: "Se si studia tecnicamente la legge, non c'è il minimo dubbio che il problema c'è. Qualsiasi persona in buona fede lo riconosce, per un motivo molto semplice, che mancano i requisiti di determinatezza e offensività. Cioè quando si dice "purché non idonee a determinare un certo pericolo", beh, è il giudice che decide! Quindi dato che noi abbiamo una meravigliosa magistratura (ironico), se vogliamo affidare i casi concreti a questa meravigliosa magistratura, in cui ogni giudice giudica con i suoi valori, bene la legge Zan è perfetta! Vorrei aggiungere una cosa di tipo personale in questa discussione, io sono in grandissimo imbarazzo e sofferenza, perché io sono una persona culturalmente di sinistra, cioè vengo di lì, sono tuttora collocato lì e sono stato abituato tutta la mia vita a pensare che la censura tendenzialmente è una cosa di destra, perché è stato così nel nostro Paese. E invece sono costretto a constatare che la censura è passata da destra a sinistra e simmetricamente la libertà di pensiero è migrata da sinistra a destra. E questo evento non è avvenuto con la legge Zan, è avvenuto già nel 2006, quando le legge sui reati di opinione, venne proposta da sinistra e diede uno scossone alla normativa precedente. Allora per me è stupefacente che dal 2006 la libertà di espressione sia più cara alla destra che non alla sinistra. Anche se di questo io mi do una spiegazione. Come sociologo mi è abbastanza chiaro che in ogni epoca ci sono idee dominanti. Fino a un certo punto della storia repubblicana, le idee dominanti sono state idee, non diciamo di destra, diciamo conservatrici. Infatti il limite che la libertà di espressione incontrava è quello sancito dall'articolo21 ed era essenzialmente il buon costume. Quindi noi avevamo una destra che difendeva l'autorità costituita per principio e il buoncostume, e una sinistra libertaria che si batteva per la libertà di espressione. Oggi le idee costituite, le idee vincenti sono quelle dell'establishment. L'establishment di sinistra e la sua idea dominante è il politicamente corretto, e quindi diventa anche abbastanza naturale per un sociologo, anche se è triste per me, osservare che l'operazione di imposizione a tutta la società del politicamente corretto, è un'operazione che conduce la sinistra a cui si oppone soltanto la destra in nome della libertà di espressione".

Redazione

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