Don Ciotti, il rapporto che il cittadino deve avere con questa realtà di criminalità?
Beh, il cittadino deve fare quello che dovrebbe fare sempre. Essere, non cittadino a intermittenza secondo delle emozioni, ma essere cittadini più responsabili nella continuità. Non possono essere delle risposte momentanee, emotive all'indomani delle tragedie o di quando una persona viene ammazzata. Ci vuole una CONTINUITA', perché le mafie continuano a uccidere fanno tanti morti vivi. Perché mafia e corruzione, sono dei parassiti che ti mortificano, ti mangiano dal di dentro, ti distruggono dal di dentro e creano morti vivi in questo senso. La seconda parola è NOI, che vince, la condivisione. Non è opera di navigatori solitari, ma è necessario unire: forza, energia, persone, strumenti".
Cosa può fare l'Europa?
L'Europa deve fare la propria parte. La procura a livello europeo è partita, ma non ha ancora gli strumenti, i mezzi per poter funzionare fino in fondo. Ma soprattutto bisogna fare in modo che non diventi lo shopping giuridico. Perché, se le leggi nei vari Paesi europei sono blande, le nostre mafie (e non solo le nostre) vanno lì, perché possono fare quello che vogliono. Intanto i crimini che vengono commessi non sono considerati con fermezza e con chiarezza come nel nostro Paese. E' quindi necessaria un' Europa che metta insieme le varie forze. Di passi avanti ne sono stati fatti, come ad esempio, noi abbiamo lavorato cinque anni al Parlamento Europeo Società Civile, per chiedere la confisca dei beni in Europa e l'uso sociale. La direttiva è passata, ma le direttive non bastano, devono tradursi concretamente nei fatti".
Intervista di Elisa Saltarelli