Testo della lettera del ministro dell'Interno:
Gentile Collega, ti scrivo in merito alla perdurante condotta della nave "Sea Watch 3", battente bandiera olandese, tuttora in acque internazionali, al largo delle coste italiane, con quarantadue migranti a bordo. La nave, rifiutando il POS indicato dalle competenti Autorità libiche, ha deciso, malgrado il luogo ove era avvenuto l'evento, di far rotta verso l'Italia e di considerare il Centro Nazionale di Coordinamento del Soccorso Marittimo Italiano responsabile per l'individuazione del porto di sbarco, in spregio al riparto delle competenze e alla normativa in materia. Il Comandante della nave ha, così, autonomamente deciso di esporre le persone a bordo (donne, uomini e minori) ad una navigazione più lunga e pericolosa, con conseguenti inutili, maggiori rischi per la propria integrità psico-fisica, pur a fronte di luoghi più vicini a quello in cui si è verificato l'evento e diversi dall'Italia. Pur avendo richiesto, sin dall'inizio, un porto di sbarco al proprio Paese di bandiera - a Voi - non ha, inspiegabilmente, ricevuto risposta. Nella ferrea determinazione di far ingresso in acque italiane, in assenza di qualsivoglia nostra competenza al riguardo e anzi in violazione del quadro normativo internazionale e nazionale, il Comandante pur a fronte del provvedimento, legittimamente emesso dall'Italia, di divieto di ingresso, transito e sosta della nave nel mare territoriale nazionale ha deciso di far stazionare la nave in acque internazionali, al largo delle coste italiane, con il palese intento di ottenere l'autorizzazione allo sbarco in un nostro porto. A fronte di tale condotta, l'Italia che si è sempre contraddistinta per spirito di accoglienza, solidarietà e rispetto della normativa internazionale, non può, all'evidenza, consentire sottostando ad un "ricatto morale", che le proprie leggi vengano, di fatto, calpestate e rese parole vuote. E' necessario ed urgente, pertanto, un Vostro intervento nei confronti della nave "Sea Watch 3" e del suo Comandante ed equipaggio affinchè, nel doveroso esercizio della Vostra e loro responsabilità, sia assicurato alle persone a bordo il rapido sbarco in apposito luogo. Luogo che come discende logicamente dalle considerazioni fin qui svolte, non potrà essere identificato nell'Italia, neppure ai fini di una prima accoglienza, in vista di una successiva, ipotetica operazione di redistribuzione delle persone a bordo del natante verso altri Stati. L'Italia, infatti, continua a rispettare la normativa sovranazionale e a difendere responsabilmente le frontiere europee a beneficio di tutti gli Stati Membri dell'UE, ma non intende più essere l'unico "hotspot dell'Europa".Da parte nostra, pur non incombendo su di noi alcuna competenza o responsabilità giuridica, abbiamo, ancora una volta, dato prova del nostro elevato senso di umanità garantendo, nei giorni scorsi, l'evacuazione dal natante e l'assistenza medico-sanitaria alle persone vulnerabili e bisognose di cure. Qualsiasi ulteriore peggioramento della situazione a bordo non potrà, dunque, non ricadere nell'esclusiva responsabilità dello Stato di bandiera e del Comandante e dell'equipaggio della "Sea Watch 3".Nella certezza che, sulla base della Tua sensibilità nei confronti della delicata situazione in atto, assumerete le necessarie, urgenti iniziative, colgo l'occasione per porgerTi i miei saluti.
Matteo Salvini