"La BBC, che vorrebbe spacciarsi come un organo di informazione autorevole, si trasforma, invece, in strumento di faziosità politica e nel megafono delle posizioni più integraliste della comunità islamica di Monfalcone, comunità che si sta distinguendo sempre più per il rifiuto a ogni forma di rispetto della legalità e delle leggi. L'inviata, Sofia Bettiza, già distintasi nelle polemiche con altre personalità italiane di centro destra, imbastisce una strumentale ricostruzione della situazione locale con assoluta superficialità nella quale viene mitizzata la presenza della comunità musulmana e nella quale vengo accusata di ogni nefandezza nella mia azione di sindaco capovolgendo totalmente la realtà dei fatti. Il resoconto che ne deriva è infarcito di falsità a partire da un titolo pretestuoso sulla "città che avrebbe vietato il cricket". Una realtà come la nostra che ha dovuto ricostruire l'intero sistema scolastico cittadino, sistemare gli alloggi di residenza pubblica, realizzare reparti ospedalieri, rigenerare gli spazi urbani abbandonati non può avere il cricket come una priorità e neppure come un'esigenza collettiva perché nello sport stiamo dando valore e qualificando gli impianti esistenti. Se si vuole realizzare un impianto di questo genere, in un'area privata e nel rispetto di ogni regola di sicurezza, se lo facciano gli interessati, come è avvenuto per altri giochi del genere come il padel. Da inizio degli anni Duemila, Monfalcone governata dal centrosinistra si è progressivamente trasformata nella località più degrada della regione, devastata da un'immigrazione fuori controllo, generata da Fincantieri, di lavoratori provenienti soprattutto dal Bangladesh, il paese più povero del mondo, nelle quale era diffuso il sovraffollamento, le violazioni urbanistiche e dell'igiene pubblica, con servizi sanitari, sociali e scolastici da terzo mondo. Dal 2016, quando sono stata eletta sindaco ho trasformato la città, con oltre 110 milioni di investimenti di opere pubbliche, con un piano modello per la sicurezza, con il risanamento urbano, con un'azione mirata a dare impiego alla manodopera locale e frenare il sistema dei subappalti e il dumping salariale e contrattuale. Tanto che nell'elezione al secondo mandato mi ha votato il 73 per cento dei monfalconesi: questi sono i dati della realtà cittadina. In questo contesto, agli stranieri è richiesto il rispetto delle nostre leggi, delle nostre norme, dei nostri ordinamenti così come si impegnano a fare firmando la domanda di soggiorno e la carta dei valori collegata che richiede di adeguarsi alle nostre regole, alla nostra lingua, ai nostri costumi compreso il divieto del velo. Ci troviamo invece di fronte al fatto che l'islamismo radicale appoggiato dalla sinistra locale, ha alzato il tiro non solo nei miei riguardi con le minacce concrete di morte, ma anche nel voler imporre le loro regole in contrasto con gli ordinamenti e le leggi italiane che si erano impegnati a rispettare nel momento della richiesta del permesso di soggiorno. Sono orgogliosa di non aver calato la testa e aver preteso il rispetto della legalità perché non ci possono essere zone franche nelle nostre città, anche se ciò ha comportato i disagi di vivere sotto scorta. Se si aprono centri di preghiera in luoghi vietati dalle norme del piano regolatore e dalle condizioni indispensabili di sicurezza pubblica, se si fa violenza contro le minori musulmane togliendole delle scuole per obbligarle a matrimoni forzati, se si gioca a cricket con in aree vietate con rischio per l'incolumità pubblica, è doveroso che il Comune faccia in fondo la propria parte con tutti i provvedimenti che si rendono necessari. Non saranno certo la diffusione di servizi giornalistici fasulli, come quello che discredita la serietà della BBC, a intimidire la mia azione che risponde a un'esigenza che non riguarda solo la realtà locale e che tocca questioni profonde come l'erogazione di benefici a carico delle finanze pubbliche senza controllo su redditi, proprietà e diritti reali, come quelli per gli assegni familiari concessi ai familiari all'estero. È questa la mia battaglia contro il processo di islamizzazione che - anche attraverso campagne mediatiche finanziate da canali che appaiono oscuri - punta a cancellare la nostra identità culturale e sociale". Queste le dichiarazioni di Anna Maria Cisint, europarlamentare della Lega, già sindaco di Monfalcone.
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