Secondo passaggio in Aula per la riforma costituzionale che prevede il taglio dei parlamentari. Dopo il primo passaggio al Senato, avvenuto a febbraio, la riforma approda alla Camera dei deputati. Se il ddl riceverà il secondo via libera senza modifiche, dovrà poi affrontare altri due passaggi a Camera e Senato. Si tratta di uno dei provvedimenti cavalli di battaglia dei grillini, che, come urlato in campagna elettorale, vogliono ridurre il numero dei parlamentari, portando i deputati da 630 a 400 e i senatori da 315 a 200, fissando inoltre, a cinque il numero massimo dei senatori a vita. Su questa proposta, che favorirebbe un miglioramento del processo decisionale delle Camere e porterebbe ad un contenimento della spesa pubblica, il Governo appare compatto e può contare su FI e FdI, che nonostante le osservazioni su alcuni difetti del provvedimento, hanno deciso di votare a favore. Contrario il Partito democratico, che anche al Senato ha votato contro. I Dem cercano di ostacolare il provvedimento e vanno a ripescare un' idea di riforma che prevede una sola Camera con 500 deputati, dimenticando che la stessa "proposta Boschi" fu bocciata dal referendum del 4 dicembre 2016.
Il ministro per i rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, ha dichiarato: "L'Italia è il Paese con il più alto numero di rappresentanti direttamente eletti d'Europa, un record negativo che si riflette anche sulla funzionalità del Parlamento. Tagliare 230 deputati e 115 senatori consentirà di ottenere un processo legislativo più snello aumentando la capacità delle istituzioni di rispondere alle istanze dei cittadini. La politica dimostra finalmente la propria capacità di autoriformarsi e di anteporre gli interessi del Paese al mero attaccamento alle poltrone".
Francesca R. Coluzzi