Inizia alle 17 e risponde quasi a tutto il presidente Meloni, dopo le dichiarazioni dei senatori. Tante le questioni affrontate, tante le critiche, tanti gli applausi. In merito alla questione tasse chiama in causa direttamente i governi del Pd e l'ex ministro Pier Carlo Padoan e l'opposizione in Aula cade nel trabocchetto del premier. "Confermo che metteremo mano al tetto al contante" esordisce Meloni, poi aggiunge: "In questi anni abbiamo assistito a una discussione ideologica, collegandolo al tema dell'evasione fiscale. Lo dirò con chiarezza, non c'è correlazione fra l'intensità del limite al contante e la diffusione dell'economia sommersa. Ci sono paesi in cui il limite non c'è e l'evasione è bassissima" quando si rivolge verso gli scranni del Pd e chiede se sono d'accordo, l'opposizione dissente, e allora Meloni chiarisce: "Sono parole di PierCarlo Padoan, ministro dei governi Renzi e Gentiloni, governi del Pd, io sono d'accordo con quello che ha detto un ministro del Pd!!".
Sul lavoro Meloni ha sottolineato: "Se non partiamo dal taglio del cuneo fiscali i salari saranno bassi comunque e voi questo taglio non lo avete fatto, è stata fatta una scelta diversa che ha impattato meno. L' impegno è arrivare progressivamente a un taglio fiscale di cinque punti, due terzi ai lavoratori, un terzo alle aziende, naturalmente ha un costo rilevante ed è un impegno di medio-termine. Il contrasto al lavoro povero è per tutti noi una priorità, ma capiamoci su come combatterlo. Io penso che il salario minimo legale rischi di non essere una soluzione ma uno specchietto per le allodole perché sappiamo tutti che gran parte dei contratti di lavoro dei dipendenti è coperto dai contratti nazionali che già prevedono salari minimi; allora il problema per me è estendere la contrattazione collettiva. Ma perché in Italia i salari sono così bassi? Perché la tassazione è al 46%, per questo serve un taglio di 5 punti del cuneo fiscale".
Redazione