PALAZZO CHIGI Decreto da 14 miliardi per famiglie e imprese. Conferenza stampa del Presidente Draghi con il Ministro Franco, il Ministro Cingolani e il Sottosegretario Garofoli

Introduzione del Presidente Draghi: "Oggi l'importo complessivo del Decreto è di 14 miliardi di euro a sostegno di famiglie, imprese ed Enti locali che si aggiungono ai quasi 50 miliardi stanziati nei mesi scorsi. Nel complesso, quindi, parliamo di una cifra superiore ai 60 miliardi di euro ed è significativa questa cifra, pari al 3,5% del PIL, che ci pone tra i Paesi che hanno speso di più in Europa. Ci sono grafici, descrizioni, tabelle ormai che ci mostrano come l'Italia sia ai primissimi posti per quanto riguarda la spesa e il sostegno all'economia. Per inciso: 14 miliardi vale il decreto di oggi mentre 17 miliardi il decreto Aiuti bis che è in corso di approvazione, arriviamo quindi a un importo di circa 31 miliardi che sembra rispondere perfettamente alla richiesta di scostamento di 30 miliardi. Per cui ci siamo, a meno che non si pensa a uno scostamento di 30 miliardi ogni mese. A questo abbiamo risposto. Non prevediamo quindi nessuno scostamento di bilancio, ma impieghiamo le maggiori entrate fiscali di questi mesi che sono prodotte dall'aumento del tasso di inflazione e dalla crescita. L'andamento dell'economia italiana migliore delle aspettative, nonostante la crisi, ci consente di aiutare famiglia e imprese senza mettere a rischio i conti pubblici e causare tensioni sui mercati. Il ministro Franco, che ringrazio ancora una volta con tutto il Ministero dell'Economia per l'enorme lavoro svolto, illustrerà nel dettaglio le misure. Vorrei dire complimenti ancora una volta al ministro Franco, mi auguro che il prossimo governo abbia un ministro bravo come lui perché siamo riusciti - e ora non voglio essere troppo enfatico - a sostenere l'economia italiana in questo anno e mezzo riducendo l'indebitamento come credo non fosse mai avvenuto dalla guerra da oggi, almeno in valore assoluto. Quindi da tutti i punti di vista è stata una manovra di politica economica che ha messo le basi per una crescita di più del 6% lo scorso anno e di più del 3% quest'anno. E' stata una gestione esemplare.

Tra le varie misure - di cui poi ministro Franco discuterà più in dettaglio con maggior precisione - vorrei indicarne una particolarmente interessante per quanto riguarda il pagamento delle bollette: il sistema bancario, nella personalità di alcune grandi banche, ha mostrato disponibilità a lavorare insieme per il Paese. E lavorare insieme per il Paese in questo caso significa essere pronti a dare prestiti al tasso dei BTP, quindi senza commissioni aggiuntive agli imprenditori, alle imprese che si presenteranno per il pagamento della bolletta, e anche in generale per il capitale circolante. Questi prestiti saranno garantiti dallo Stato ma, a differenza di altre garanzie date in passato, la garanzia sarà gratuita. Quindi: visto che è un po' difficile rateizzare le bollette questa è l'equivalente in tutto e per tutto a una rateizzazione, perché viene fatto o viene chiesto un prestito e questo prestito poi si restituirà nell'arco di 5-6-7-8 anni, ovvero l'equivalente di una rateizzazione.
Il decreto prevede anche una estensione dei crediti di imposta per le imprese, un rafforzamento del loro ammontare e un ampliamento della platea dei beneficiari. Questa volta si rivolge anche alle piccole imprese con livelli di consumo elettrico che non avevamo considerato nelle volte precedenti. Quindi, con oggi, centinaia di migliaia di piccole imprese avranno per la prima volta accesso a questo credito di impresa.
Poi, e questa è la parte più sorprendente perché completamente inattesa, prevediamo un contributo sociale di 150 euro per quei 22 milioni di Italiani circa che guadagnano meno di 20 mila euro, inclusi anche gli incapienti. Destiniamo 400 milioni alle regioni per aiutare ospedali e RSA e ulteriori fondi agli altri enti locali, al terzo settore e anche le Federazioni sportive. Inoltre è previsto un intervento specifico da 190 milioni per il settore agricolo. Ripeto ancora una volta, sostegno all'occupazione, alla crescita, alle imprese, alle famiglie, ai più deboli: questa è l'agenda sociale del governo che ho avuto l'onore di presiedere. Vorrei anche notare un'altra cosa: il ministro Bianchi oggi ha illustrato il completamento della riforma degli istituti tecnici che è parte del PNRR. Ma ha anche detto un'altra cosa, che le scuole si sono aperte ancora una volta - dopo l'anno scorso - in buon ordine; tutti gli insegnanti erano lì nonostante le previsioni ancora una volta di disagi, di disastri, di mancanza di centinaia, di migliaia di insegnanti. Tutte queste previsioni si sono rivelate sbagliate; ma queste cose succedono semplicemente perché il ministro Bianchi e il ministero della Pubblica Istruzione hanno iniziato a lavorare sul fatto di riuscire a garantire l'apertura delle scuole regolarmente a gennaio, a inizio dell'anno, non due mesi prima. Questa è la grande differenza del ministro Bianchi.
Voglio inoltre sottolineare l'approvazione di due decreti legislativi per promuovere la concorrenza: uno è la Riforma dei servizi pubblici locali che introduce maggiore trasparenza, riduce i conflitti di interesse, precisa le condizioni per il ricorso all'affidamento in house e incoraggia le aggregazioni. Naturalmente vogliamo tutti che i cittadini abbiano servizi pubblici migliori e questo è auspicabilmente un provvedimento importante in quella direzione.
Infine abbiamo avuto la mappatura delle concessioni che permetterà di verificare con maggiore semplicità le condizioni, le modalità con cui sono affidati i beni demaniali. Anche sul fronte della diversificazione energetica abbiamo un provvedimento ora che stabilisce tempi rapidi e certi per l'installazione del rigassificatore di Piombino che è essenziale, è una questione di sicurezza nazionale. E' essenziale per garantire le forniture di gas. Sblocchiamo ulteriori 6 parchi eolici che si aggiungono ai 45 già autorizzati, ne restano pendenti altri 14 che contiamo di autorizzare nelle settimane che ci restano prima della fine del governo.

Domande dei giornalisti:

Mario De Pizzo - Tg1: Buonasera. Presidente, lei ha detto '30 miliardi con due decreti senza fare scostamento di bilancio'. Siamo alla vigilia della Nadef, poi c'è un passaggio politico, ci sarà poi la legge di bilancio. Cosa potrà fare questo Paese tra un mese, potrà mai discostarsi da una strada che coniuga crescita ed equilibrio dei conti, considerando anche l'interlocuzione con Bruxelles? Grazie.
Presidente Draghi: "Sì, non c'è motivo che si discosti se la crescita è accompagnata dall'equilibrio dei conti. L'importante è che ci sia crescita, sostegno alle famiglie e alle imprese e l'equilibrio dei conti. Il Ministro Franco ha appena detto che le risorse per continuare ad operare in questa direzione a dicembre ci sono, ma quel che conta è che il PNRR, gli investimenti associati al PNRR e anche indipendenti continuino e le riforme, parte del PNRR ma anche non parte il PNRR, continuino. Quello è l'ambiente favorevole alla crescita, questa è la cosa più importante. La crescita non viene prodotta dai governi, i governi possono al massimo mantenere, creare un ambiente favorevole alla crescita. La crescita viene prodotta dagli italiani".

Marco Galluzzo - Corriere della Sera: In questi giorni ha avuto una telefonata col Segretario di Stato americano Blinken e - da quello che è emerso - lei ha chiesto informazioni su queste relazioni che sono state diffuse dal governo americano su fondi russi. Quali informazioni hanno dato gli americani e quali sono le sue valutazioni in generale su queste dinamiche?
Presidente Draghi: "Sì ho avuto una telefonata con il segretario di Stato Blinken, perché la cosa più naturale da fare era chiedergli cosa sapesse. E' quel che ho fatto. Al di là delle dichiarazioni di appezzamento e di complimenti di cui avete letto e diffuse da loro, sostanzialmente il segretario di Stato Usa mi ha confermato l'assenza di forze politiche italiane nella lista di destinatari di finanziamenti russi oggetto dei lanci giornalistici di questi giorni. Poi si è anche riservato di verificare se ci fosse evidenza in altri documenti a disposizione delle autorità americane e si è impegnato di comunicarlo tramite canali istituzionali.
Successivamente, come ha riferito il sottosegretario Gabrielli oggi al Copasir, i vertici dei servizi segreti italiani hanno avuto contatti con i loro omologhi statunitensi e in queste conversazioni l'Intelligence americana, che è diversa dal Dipartimento di Stato e dal Tesoro, l'Intelligence ha confermato di non disporre di alcuna evidenza di finanziamenti occulti russi a candidati e partiti politici che competono nell'attuale tornata elettorale. Questo è quanto.
Vorrei anche aggiungere un'altra cosa: la democrazia italiana è forte, non è che si fa abbattere da nemici esterni, dai loro pupazzi prezzolati. Dobbiamo essere fiduciosi nella nostra democrazia. Non bisogna avere timore di qualunque voce. E' chiaro che negli ultimi venti anni il governo russo, e questo risulta da amplissime ricostruzioni internazionali, ha effettuato una sistematica opera di corruzione nel settore degli affari, della stampa, della politica, in tanti settori, in molti Paesi europei e negli Stati Uniti. Queste sono cose note, non c'è niente di cui stupirsi. Per quanto riguarda oggi questa è la situazione".

Silvia Gasparetto - Ansa: Buonasera Presidente, una domanda per lei e per il Ministro Franco. Siete orientati a confermare le previsioni di crescita per quest'anno, però per l'anno prossimo già le prime analisi di Fitch cominciano a vedere recessione. Avete usato finora tutte le risorse aggiuntive: cosa resta al nuovo governo, non tanto per l'emergenza ma anche per la prossima manovra, che comunque sarà il primo impegno insieme al "caro bollette"?
Presidente Draghi: "Le previsioni internazionali prevedevano una crescita del 3% quest'anno e oggi siamo già al 3,5 per l'acquisito. L'anno scorso prevedevano meno e siamo andati al 6,5. Per il prossimo anno prevedono una mezza recessione, però il Fondo Monetario prevede lo 0,7 di crescita. C'è chiaramente un rallentamento della crescita ma ancora non credo si possano vedere i sintomi di una recessione. Ora do la parola al Ministro Franco".
Ministro Franco: Come diceva il Presidente, noi abbiamo chiuso la prima parte dell'anno bene, meglio delle attese: al secondo trimestre abbiamo chiuso a 1,1, una crescita molto elevata anche rispetto agli altri Paesi. Riguardo al terzo trimestre, sono evidenti i segnali di rallentamento nel lato dell'Industria, ma il lato dei servizi mostra invece dei segnali più positivi. Quindi adesso vedremo come si chiuderà, però il terzo trimestre non è un trimestre di recessione. È chiaro che poi noi siamo legati all'andamento dell'economia europea e mondiale: se l'economia europea e mondiale andassero in recessione ovviamente anche noi seguiremo. Quello che è importante è mantenere un tasso di crescita possibilmente leggermente o significativamente superiore ai nostri partner. Ed è quello che abbiamo fatto l'anno scorso e nella prima parte di quest'anno, merito in parte della politica economica ma soprattutto del sistema produttivo italiano che si sta mostrando molto robusto e dinamico. Abbiamo avuto l'anno scorso un +17% di investimenti in larga parte privati sull'anno prima (con un +6,6 di PIL). Nella prima parte di quest'anno gli investimenti hanno fatto circa il 12% e un tasso analogo è stato registrato nelle esportazioni. Quindi abbiamo un settore economico che è dinamico e sta reggendo. Ovviamente è fondamentale continuare a sostenerlo. È importante che la politica di bilancio continui a sostenere il settore produttivo. Noi stiamo usando risorse diciamo "temporanee": abbiamo avuto un forte aumento del gettito, in parte dovuto anche all'inflazione che ancora non ha influito sul bilancio pubblico dal lato della spesa, però lo stiamo usando in questo modo. Credo che questa possibilità e se vi sarà un adeguato tasso di crescita l'anno prossimo, la politica economica possa restare "positiva" in termini di sostegno alla crescita.
Presidente Draghi: "Occorre quindi anche - aggiungo - continuare con determinazione sul PNRR, perché è il canale più grande che abbiamo di investimenti pubblici. Quindi questo è una grossa componente del totale dell'investimento e per quanto riguarda gli investimenti privati occorre assicurare un ambiente dove non c'è incertezza economica".

Gabriele Martelloni - Rainews24: Buonasera Presidente, buonasera Ministri. Presidente lei ha parlato prima di quasi oltre 60 miliardi investiti finora nella crisi energetica però l'Europa non è sembrata altrettanto celere nel reagire a questa crisi, le chiedo se lei è ancora ottimista sulla possibilità di arrivare a un tetto al prezzo del gas e se questo ormai dovrà riguardare tutto il gas che arriva attraverso metanodotto e non soltanto quello russo.
Presidente Draghi: "Siccome ci sono stati incontri tra i Ministri dell'energia negli ultimi giorni, e soprattutto c'è una continua interlocuzione, darei la parola al Ministro Cingolani per rispondere a questa domanda".
Ministro Cingolani: La situazione è la seguente. Noi abbiamo avuto la settimana scorsa una riunione del Consiglio dei Ministri dell'energia nella quale si pensava ancora che tipo di approccio dare al problema del price cap. Detto molto chiaramente, non era nemmeno sicuro che questa cosa diventasse un indirizzo per la Commissione. È stata una discussione sicuramente intensa e la stragrande maggioranza degli Stati membri alla fine ha ammesso che il price cap fosse probabilmente l'unica strada seria europea per mettere un limite alle fluttuazioni del TTF e contenere il prezzo del gas. È stato dato mandato alla Commissione di elaborare una proposta entro fine mese. Questa cosa non c'era prima di questa riunione dei Ministeri, quindi è stata scritta. La Commissione come sapete aveva un pacchetto di proposte già elaborata - il disaccoppiamento del costo delle rinnovabili dal gas e altre -, queste stanno già andando avanti: la Presidente von der Leyen ne ha già riscritte tre o quattro gli ultimi giorni. Io vi posso dire che siamo già stati chiamati, noi e altri quattro Stati membri, con il gruppo di tecnici a discutere in Commissione il pacchetto finale "price cap". Il 30 settembre è stato convocato un Consiglio dei Ministri dell'energia straordinario per chiudere su questa vicenda. Quindi a me sembra anche che inizialmente alcuni Paesi più restii prima non volevano sentire parlare del price cap, poi hanno cominciato a ripensarci, si è parlato di price cap solo sul gas russo, si è constatato che sarebbe un po' anomalo avere solamente su un tipo di molecola e non su un'altra uguale prodotta altrove. Ora la tendenza è parlare di un price cap generalizzato, soprattutto sui gas in pipeline (in conduttura), non sul GNL. Il 30 settembre su questa cosa dovremmo per forza convergere. Io credo che possiamo avere delle ottime chance che questa cosa vada in porto.

Giselda Vagnoni - Reuters: Sarebbe disponibile a un secondo mandato a Palazzo Chigi?
Presidente Draghi: "No".

Alberto Ferrarese - Askanews: Lei oggi ha detto più volte che bisogna andare avanti con il PNRR e con le riforme, ma oggi in Consiglio dei Ministri la Lega non ha votato quella sulla concorrenza e sui balneari. Al di là di un commento sul fatto specifico, questo la preoccupa? A questo proposito, dicono anche che potrebbe essere necessario e utile rivedere il PNRR, secondo lei questo è possibile o sarebbe dannoso?
Presidente Draghi: Sulla specifica questione se rivedere o meno il PNRR, la lascio un po' da parte perché è un tema di campagna elettorale. Cerchiamo di capire che cosa vuol dire rivedere il PNRR, perché quello che si può rivedere è ciò che non è stato bandito e siccome è stato quasi tutto bandito, c'è poco da rivedere. Se ci sono dei progetti che possono essere sostituiti con altri progetti, io penso che una revisione del genere non dovrebbe incontrare grossi ostacoli ma suggerirei di affrontare la questione non come un fatto ideologico, ma più come fatto abbastanza pragmatico. Naturalmente da quando ci è stato dato il PNRR è cambiato tutto. Ciononostante, anche grazie agli stanziamenti che abbiamo fatto per adeguare i costi dei lavori pubblici, delle materie prime, molti di questi progetti sono andati avanti. Detto questo, si vede. Non riesco a capire come possa diventare una questione così dirimente per il futuro politico del Paese. Chiaro che quello che è stato fatto, è stato fatto e non c'è granché possibilità da fare. Bisogna guardare quello che c'è. Sulle questioni delle riforme, la legge delega è stata votata e questo è un decreto legislativo che attua questa. La dichiarazione del rappresentante della Lega parlava di disaccordo non nel merito ma nel metodo, in altre parole quello che si sarebbe desiderato è approvare questo decreto legislativo dopo le elezioni. Ecco, questo è un metodo che questo governo non capisce molto. Qui ci sono dei bisogni dei cittadini, bisogna trovare una risposta, bisogna fare le cose quando sono pronte. Non è che cominciamo a slittare o a non far niente. Con questo ragionamento avremmo combinato molto, molto meno. Se avessi dovuto aspettare i risultati delle elezioni e poi quelle prima, le elezioni regionali o comunali, ogni sussurro di qualunque connotato politico, alla fine succede che non si riesce più a combinare niente. E questo sarebbe stato invece, a mio avviso, il fallimento di questo governo che è stato creato per fare e non per stare. E questo l'ho detto anche nel discorso introduttivo, nel primo discorso che feci in Parlamento.

Ilario Lombardo - La Stampa: Cosa pensa del rapporto del Parlamento europeo che definisce l'Ungheria "non più una democrazia"? Crede che il fatto di difendere Orban, come hanno fatto Meloni e Salvini che si candidano a governare l'Italia, sia nell'interesse del nostro Paese e dell'Europa o se ciò può portare complicazioni e danni?
Presidente Draghi: "Io sui danni sono più cauto. Però noi abbiamo una certa visione dell'Europa e difendiamo lo Stato di diritto. I nostri alleati sono la Germania, la Francia e gli altri paesi europei che difendono lo Stato di diritto. Inoltre, io non so cosa farà il prossimo governo. Però mi sono chiesto: com'è che uno si sceglie i partner? Se li sceglie certamente sulla base di una certa comunanza ideologica, ma un'altra considerazione che bisognerebbe avere in mente è l'interesse degli italiani. Ovvero, bisognerebbe chiedersi: quali sono i partner che mi aiutano a proteggere meglio gli interessi degli italiani? Chi conta di più tra questi partner? Datevi voi le risposte".

Tommaso Ciriaco - Repubblica: Uno dei punti fermi degli alleati dell'Italia è quello di non toccare le sanzioni alla Russia e non rompere il fronte unitario. Salvini contesta quasi ogni giorno questa presa di posizione. Cosa ne pensa? Lo ritiene un favore a Putin?
Presidente Draghi: "Prima cosa: le sanzioni funzionano, bisogna capire questo. La propaganda russa ha cercato di dimostrare che non funzionano, non è vero. Alcune sanzioni non funzionano, altre funzionano poco, alcune funzionano moltissimo. Quindi, prima cosa le sanzioni funzionano, altrimenti non si spiegherebbero neanche certi comportamenti recenti del Presidente Putin. E quindi bisogna continuare su quel fronte. Questa è la linea politica che il governo ha seguito e bisogna continuare sul fronte del sostegno all'Ucraina fino a che non vinca la guerra di liberazione, perché questa è una guerra di liberazione da chi ha invaso il suo Paese. Su questi punti ritengo debba essere questa la linea del governo, è stata la linea del mio governo. Non posso anticipare quale sarà, però all'interno del Centrodestra ci sono tanti punti di vista. Lei mi vuole far dire che quello di Salvini prevale su quello della Meloni, di Berlusconi. Non lo posso dire".
Giornalista: Le chiedo un parere.
Presidente Draghi: "E' una visione che il governo attuale non condivide".

Nadia Pietrafitta - LaPresse: La scorsa settimana in Senato la delega fiscale ha visto la sua fine. E anche sul rigassificatore di Piombino, che sia lei che il Ministro Cingolani avete definito fondamentale, i partiti stanno molto dibattendo. Temete che quanto fatto dal vostro governo possa essere smantellato? Poi mi ricollego alla domanda della collega: lei ha escluso una sua seconda legislatura, vedrebbe bene i ministri Franco e Cingolani - che le stanno accanto - restare a Palazzo Chigi?
Presidente Draghi: "Per quanto riguarda la delega fiscale, c'era un accordo con tutte le forze politiche all'inizio di agosto secondo cui la delega fiscale sarebbe stata votata il 7 settembre. In questo accordo, il governo si è impegnato a non tirare fuori, a non scrivere i decreti delegati fino alla data delle elezioni. Il governo ha mantenuto la sua parola e non l'ha fatto. Di tutte le forze politiche, una non ha mantenuto la sua parola e non l'ha votata ora. Quindi la prima riflessione è che noi tutti abbiamo cercato di fare il possibile per mantenere la parola data e mantenere le promesse che facevamo agli italiani nell'affrontare la pandemia, nel mettere in campo il Pnrr, nel sostenere l'economia e le famiglie. Non mantenere la parola data non è il metodo di questo governo, perciò è meglio essere chiari su questo: c'è una grossa differenza tra chi la mantiene e chi non la mantiene. Non si può dire: "Noi la pensiamo come loro". No, non la pensate come noi. Oggi ho parlato però con la Presidente del Senato Casellati, che mi ha detto che farà la riunione dei capigruppo la prossima settimana per vedere se si può calendarizzare in Senato. Quindi, forse, ancora un filo di speranza c'è. Se non si dovesse trovare l'accordo, perché c'è una forza politica che si oppone, si va in Aula - se i capigruppo sono d'accordo - e si vota sulla calendarizzazione della delega fiscale: questa è la situazione. Per quanto riguarda il rigassificatore, do la parola al ministro Cingolani.
Mentre l'altra sua domanda mi rende orgoglioso, perché significa evidentemente che è vero che abbiamo avuto dei ministri bravissimi, straordinari, e questo Governo ha lavorato bene perché ha avuto dei bravissimi ministri. Tutti loro li vedrei bene in qualunque altro Governo perché lavorano bene. E lavoreranno e lavorerebbero altrettanto bene".

Claudia Fusani - Il Riformista: Lei sta per fare un viaggio importante negli Stai Uniti, incontrerà molti leader e premier. Che tipo di Paese racconterà ai suoi colleghi a New York? Per fare qualche esempio: il Pnrr un giorno sì e l'altro pure viene detto che dovrà essere cambiato. Alcune forze politiche che si candidano a essere guida di questo paese che ieri hanno detto che 'sì, Orban va bene'. Che tipo di Paese racconterà?
Presidente Draghi: "Racconto il Paese che vivo oggi. Il Paese che vivo oggi è un Paese forte, leale all'Alleanza Atlantica, leale all'Europa. È un Paese che ha saputo fare delle manovre di politica economica di sostegno alla propria economia. È un Paese che cresce più del 3,5% oggi e 6,5-6,6% l'anno scorso. È un Paese che ha ridotto l'indebitamento. Questo è il Paese che porto. Cosa vuole che faccia previsioni su quello che succede? C'è tanta gente che dice cose contrarie e c'è tanta gente che invece conferma questa visione nel panorama politico attuale. Non condivido questa visione sempre negativa.. "c'è il PNRR che non funziona!". No, funziona e va avanti. E c'è quello che invece ama i russi alla follia e vuol togliere le sanzioni, e parla tutti i giorni di nascosto con i russi. E va bene c'è, c'è pure lui. Però c'è tanta gente che non lo fa, la maggioranza degli italiani non lo fa e non lo vuol fare. Quindi direi: quando vedo queste cose guardo alla maggioranza degli italiani, guardo al governo che ho avuto l'onore di presiedere. Guardo all'Italia che ha prodotto questo governo, ha contribuito a produrre questo governo".

Andrea Bonini - SkyTg24: La riporto alle sue parole pronunciate al meeting di Rimini. Le chiedo se è sempre convinto e le chiedo anche una valutazione sulla base della sua esperienza di questi 18 mesi. Dopo il voto un eventuale Governo di unità nazionale potrebbe essere secondo lei un limite o potrebbe funzionare ancora per il nostro Paese?§
Presidente Draghi: "Non ho idea di quello che il voto produrrà e quindi tutte queste valutazioni potranno essere importanti dopo. Per il futuro io sono ancora molto fiducioso, ho gran fiducia negli italiani. I governi devono essenzialmente creare le condizioni, come ho detto, perché gli italiani producano, crescano, stiano meglio e i più deboli siano aiutati e le diseguaglianze vengano affrontate. Bisogna far molto di più sulle diseguaglianze, c'è ancora tantissimo da fare. Questo governo ha avviato una serie di cose, ha affrontato delle emergenze, ma c'è molto lavoro da fare per il prossimo governo. Nei rapporti internazionali occorre essere trasparenti. Se non si è trasparenti gli altri Paesi non sanno come il nostro paese la pensa. Quindi anche qui ci vuol coerenza nelle posizioni internazionali, non capovolgimenti, giravolte, per cui soprattutto per esempio per quanto riguarda l'Ucraina e l'invio delle armi: non si può votare l'invio e poi dire 'no, non sono d'accordo' oppure, ancora peggio, inorgoglirsi dell'avanzata ucraina dopo che si è votato contro l'invio delle armi. Si voleva forse che l'Ucraina si difendesse a mani nude? Forse era quello che si voleva. Ecco, questo fa il prestigio internazionale di un Paese: la coerenza, la trasparenza. La mancanza di trasparenza, la mancanza di coerenza indeboliscono il Paese e quando si indebolisce di fuori si indebolisce anche di dentro. Ed è lì che viene a mancare quell'atmosfera, quell'ambiente che serve per la crescita".

Maria Elisa Saltarelli - Primapagina: Che idea si è fatto di questa campagna elettorale a cui tutti stiamo assistendo? Stiamo assistendo a dei toni piuttosto accesi, addirittura in alcuni casi verso gli interlocutori esteri alcuni leader hanno utilizzato termini forti come "pericolo democratico". È accettabile secondo lei un linguaggio simile? In campagna elettorale è tutto lecito? Questo poi non scoraggia gli investitori sia esteri che italiani?
Presidente Draghi: "Guardi, l'ha detto lei, io sto in alto, sono stato precipitato, catapultato dall'alto, quindi non sarebbe neanche giusto che io dia un giudizio sui toni della campagna elettorale. La campagna elettorale si svolge come tutte le campagne elettorali. Con grande varietà di toni, dal più alto, al più basso, al più sommesso anche. La cosa importante però: è che tutti vadano a votare. Questa è la cosa più importante di tutte".

Alessandro Mantovani - Il Fatto Quotidiano: Lo scorso 27 luglio il ministro Cingolani disse che la sicurezza energetica del Paese passa da Piombino, confermando l'intenzione di mettere in funzione l'impianto a gennaio. Il cronoprogramma di Snam prevede aprile, cioè dopo la fine dell'inverno: ha ragione Snam o pensate di mettere in funzione l'impianto prima? Il ministro diceva che adesso non c'è solo un problema di quantità ma anche di prezzi, sui prezzi che vediamo e che rischiamo di vedere, non pensate che si vada verso un razionamento di fatto? Perché le imprese consumeranno e produrranno di meno?
Presidente Draghi: Darò la parola al ministro Cingolani. Però sono due cose diverse: il razionamento di fatto, nel senso che i prezzi sono alti e non lo comprano, è una questione. Il fatto che il ministro Cingolani abbia un piano di razionamento o meno è un'altra questione, indipendente dai prezzi perché dipende dalle quantità. E quelle ci sono.

Simone Canettieri - Il Foglio: Due curiosità: la prima è sul rapporto con Giorgia Meloni sul quale noi giornalisti ricamiamo dicendo che c'è un confronto istituzionale, ma fa pensare anche a un rapporto di aiuto e di consiglio qualora Giorgia Meloni dovesse andate a Palazzo Chigi. Infatti le chiedo se lei sarebbe disponibile a fare da sponsor verso alcuni ministri, da fluidificatore*.
Presidente Draghi: "No".
Canettieri: Un'ultima curiosità: il 25 si vota. Lei avrà deciso per chi votare tenendo conto di tutti i discorsi che ha fatto prima sul bene dell'Italia? Insomma, c'è un partito che la rappresenta?
Presidente Draghi: "C'è il segreto dell'urna per questo. Va bene, continuate a ricamare. I rapporti sono rapporti normali di uno che è stato Presidente del Consiglio per un anno e sei mesi e con tutti i leader dei partiti, sia quelli di governo sia quelli dell'opposizione.

Redazione

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