Presidente Draghi:"Nei mesi scorsi ho auspicato che potesse esserci un nuovo Patto sociale per gestire la fase che stiamo attraversando e che attraverseremo nei prossimi mesi. Lo scopo del Patto è la continuazione della crescita e, sostanzialmente, la protezione e la tutela del potere d'acquisto di lavoratori, pensionati, delle famiglie. L'economia italiana continua a crescere ma le previsioni sono piene di rischi. Primi tra tutti l'aumento del costo della vita. Complessivamente la nostra economia, anche rispetto a quelle di altri grandi Paesi dell'Eurozona, al momento sta andando meglio delle attese. Ma sarei esitante ad estrapolare questo nei prossimi trimestri, per i rischi che ci sono e che sono davanti ai nostri occhi. L'inflazione erode il potere d'acquisto delle famiglie, soprattutto per quelle più deboli, e aumenta i costi di produzione delle imprese soprattutto nel settore manifatturiero. Dobbiamo intervenire per sostenere l'occupazione e anche per affrontare le disuguaglianze, che in questi periodi di alta inflazione si aggravano rapidamente. E dobbiamo naturalmente difendere pensioni e salari. Da lì nasce anche l'idea di questo incontro stamattina.
Per far questo occorre essere insieme, occorre un coinvolgimento pieno del Governo con le parti sociali. Nella riunione di oggi abbiamo stabilito prima di tutto un metodo di lavoro, prevediamo degli incontri su una serie di temi: l'energia prima di tutto; la trasformazione di alcuni settori produttivi particolarmente importanti come l'automotive e l'acciaio; poi gli incontri sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, in realtà esiste un tavolo permanente per questi incontri sul Pnrr ma si vuole renderlo più attivo e anche più importante; poi la legge di bilancio e anche un tavolo sul precariato, alla luce degli ultimi dati emersi in questi ultimi giorni.
Inoltre abbiamo presentato ai sindacati le linee su cui intendiamo muoverci su alcuni temi chiave: i contratti collettivi e il cuneo fiscale, la riduzione del carico fiscale per i lavoratori. Abbiamo concordato di rivederci tra due settimane, quando il Governo presenterà un provvedimento che è stato definito dal Sottosegretario Garofoli "corposo". In quell'occasione, prima di discuterlo con il Consiglio dei Ministri e prima di prendere le decisioni, avremo un altro incontro con le forze sociali.
Voglio ricordare inoltre che il governo non è che non ha fatto nulla, ha fatto già molto per famiglie e imprese. Abbiamo stanziato 33 miliardi di euro: un tempo erano cifre di una o due finanziarie e ora sono stati gli stanziamenti necessari per contrastare e mitigare l'effetto che l'aumento dei prezzi dell'energia ha avuto soprattutto sui più fragili, sui più deboli. Nella scorsa legge di Bilancio abbiamo approvato un esonero contributivo per i lavoratori dipendenti con retribuzioni inferiori ai 35 mila euro, abbiamo sostenuto i redditi di 28 milioni di italiani tra pensionati, lavoratori dipendenti, autonomi con un contributo di 200 euro ciascuno.
Ora è importante però mettere in campo misure strutturali per incrementare i salari, per incrementare il netto salariale. Un nostro obiettivo prioritario, come dico da tempo, è ridurre il carico fiscale sui lavoratori a partire dai salari più bassi. Su questo intendiamo intervenire in maniera decisa anche grazie agli spazi che contiamo di trovare all'interno della finanza pubblica, perché non vogliamo che - a seguito di queste decisioni - aumentino i tassi di interesse. In altre parole decidiamo di spendere di più poi ci ritroviamo che li spendiamo di più per tassi di interesse sempre più alti.
L'altra questione che è stata discussa riguarda il rinnovo dei contratti collettivi. La contrattazione collettiva è uno dei punti di forza del nostro modello industriale, quindi non è accettabile che alcuni contratti siano scaduti da tre anni, alcuni addirittura da nove anni. Negli ultimi mesi ci sono stati importanti rinnovi per esempio nel settore chimico e farmaceutico, ora dobbiamo rinnovare i contratti scaduti come quelli nel commercio e nei servizi.
L'altro tema è stato su come affrontare la questione di un salario che copra tutti i lavoratori, perché oggi non tutte le categorie di lavoratori sono coperte dai contratti collettivi. E i lavoratori che non sono coperti dai contratti collettivi vivono in una situazione di incertezza, di vulnerabilità. Noi tutti, il governo e le parti sociali, dobbiamo agire nell'interesse di questi lavoratori. A livello europeo è stata approvata in Commissione la Direttiva sul salario minimo e il governo intende muoversi in questa direzione".
Redazione