Continua più determinata che mai la lotta di Giada Giunti e quella di tante mamme a cui sono stati sottratti i figli. Ieri manifestazione a piazza Santi Apostoli per gridare il diritto di riavere a casa i propri figli, il diritto di vivere senza più violenza.
"Siamo nuovamente a manifestare a piazza Santi Apostoli. 30 donne uccise, ammazzate dai carnefici, sono femminicidi annunciati, non bastano? Non bastano 30 donne dall'inizio dell'anno? Non bastano questi massacri, questi femminicidi, questi infanticidi? La maggior parte sono annunciati. Noi abbiamo avuto il coraggio di denunciare, ma o veniamo ammazzate dai nostri aguzzini o veniamo ammazzate dalla violenza istituzionale, perché quando ci allontanate i nostri figli, ci avete ammazzato in vita, è una morte in vita lenta che dura anni e anni! Siamo qui per chiedere un decreto legge urgente, con la massima urgenza". queste le parole di Giada Giunti presidente Verità Altre al sit-in a piazza di santi Apostoli, di fronte alla Prefettura. La Giunti fa riferimento alla presentazione della relazione della Commissione d'inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere del 13 maggio al Senato. La Giunti legge il titolo della relazione "la vittimizzazione secondaria delle donne che subiscono violenza e dei loro figli nei procedimenti che disciplinano l'affidamento e la responsabilità genitoriale", ritenendo sia già esso esplicativo di quanto subiscono donne e soprattutto bambini ed aggiunge: "Sapete cosa succede nei Tribunali, sapete l'incubo e l'inferno che passano le donne che hanno il coraggio di denunciare? Sapete i nostri bambini che vengono massacrati, minacciati, torturati, prelevati con la violenza da 10, 30 persone, entrano nelle case, nelle scuole, negli ospedali, spaccano le porte, mantengono le mamme che cercano di proteggere i propri figli, li alzano di peso e li portano via con la violenza, non è possibile, non è concepibile, non si può fare, è tutto in violazione delle normative" e sottolinea di nuovo che è proprio la disapplicazione delle normative nazionali, sovranazionali, le sentenze della Corte di Cassazione, delle disposizioni del Parlamento Europeo, della UE, del Grevio, delle Convenzioni europee, soprattutto quella di Istanbul, a causare continui decessi, maltrattamenti su donne e bambini.
Alcune mamme alle quali sono stati allontanati i figli, hanno raggiunto Roma da Napoli, da Milano, da altri luoghi d'Italia. Le storie sono sempre simili, drammatiche, struggenti. Mamme che non si conoscono, ma che appena si vedono, si guardano negli occhi, si abbracciano e scoppiano a piangere, perché sono solo loro insieme ai propri figli a conoscere quell'inferno, quella devastazione, quel dolore più profondo che stanno provando. Alcune di loro non vedono i figli da mesi; un padre, anch'egli ha subito l'allontanamento dei figli, Laura Ruzza che da mesi sta facendo sit-in nei pressi dei tribunali e della sede dei servizi sociali, non vede suo figlio ( è epilettico) da circa 9 mesi, un figlio che le è stato strappato nella sua casa, il bambino con una seria patologia oculare, oggi è a rischio cecità, si trova in una casa famiglia.
Tra le organizzatrici anche Laura Massaro, presidente del Comitato madri unite contro la violenza istituzionale che nonostante sia uscita vincente dalla recente ordinanza (9691/22) della Suprema Corte di Cassazione del 24 marzo scorso, si ritrova nuovamente a dover affrontare un nuovo giudizio in Corte d'appello. Laura Massaro legge un testo di un comunicato del "collettivo donne incuranti" che evidenzia le storture generate dall'applicazione della legge 54 del 2006 e dell'affidamento dei figli. La Massaro fa presente che la violenza istituzionale è "sotto gli occhi di tutti, è un fatto conclamato. Siamo qui per chiedere però interventi concreti a risolvere questa tragedia che si verifica sulla nostra pelle, ma soprattutto sulla pelle dei nostri bambini in circa 10-15 anni di inquisizione, ovvero di procedimenti giudiziari che sembrano non terminare mai. Chiediamo soprattutto che sia finalmente messa mano alla legge 54 del 2006 sull'affidamento condiviso perché questa legge ormai da 15 anni si sta rivelando una mannaia sulla vita di donne e minorenni. perché attraverso le perizie psichiatriche viene fatta fuori la figura materna che cerca di denunciare violenze, abusi, maltrattamenti sulle madri stesse o sui propri figli. Quindi denunciare la violenza oggi espone le donne e i bambini purtroppo ad un rischio", conclude la Massaro.
Due mamme hanno raccontato la loro drammatica esperienza, i figli abusati e prelevati con la violenza, affidati alle case famiglia oppure ai padri che sono stati diagnosticati violenti.
Sono storie, che non vorremmo mai sentire, sono storie che necessitano essere documentate proprio per impedire che non sia più una sola donna assassinata, un solo bambino prelevato con la violenza, un solo bambino che versi anche una sola lacrima.
Chiudono il sit-in chiedendo che tutti i parlamentari si uniscano a loro per chiedere al governo un decreto legge urgentissimo, che preveda lo stop prendevi coatti, il ritorno a casa di tutti quei bambini che sono stati allontanati con la a-scientifica alienazione parentale, un indennizzo perché stiamo patendo l'inferno, e stop alle condanne delle spese processuali che causano perdite di proprietà ed indebitamenti ulteriori. E' intervenuta anche la dr.ssa Bruna Rucci, responsabile del progetto Medusa, inoltre la maison Antigone, presidente Michela Nacca, ha mandato una sua consulente, che ha illustrato l'attività della Maison Antigone nei casi di allontanamento anche all'estero dei figli allontanate dalle mamme, con l'utilizzo della sindrome di alienazione parentale, della violenza istituzionale.
Giada Giunti fa un appello alla Ministra Cartabia, dopo l'approvazione al Senato della riforma della giustizia, sollecitandola a chiedere un decreto legge urgente al Consiglio dei Ministri. Le organizzatrici del sit-in invieranno ai ministri ed ai parlamentari una richiesta di inoltro al Governo di emettere un decreto legge urgente per salvare i loro figli e i bambini d'Italia.
Intervento di Laura Massaro:
"Anche oggi siamo qui in sit-in dinanzi alla sede della provincia di Roma Piazza Santi Apostoli per denunciare ancora una volta la violenza istituzionale perpetrata su madri e minori all'interno delle aule dei Tribunali civili, minorili e penali. Il problema istituzionale è un problema che è stato di recente anche riconosciuto e messo nero su bianco da una corposa inchiesta della commissione parlamentare sul femminicidio presieduta dall'onorevole Valeria Valente, quindi il problema di quanto noi e i nostri figli subiamo nei Tribunali ormai è analizzato, sotto gli occhi di tutti, è un fatto conclamato.
Siamo qui per chiedere interventi concreti per risolvere questa tragedia che si verifica sulla nostra pelle, ma soprattutto sulla pelle dei nostri bambini, 10-15 anni di inquisizione, di procedimenti giudiziari che sembrano non terminare mai. Ci sono state ripetute sentenza di Cassazione contro l'alienazione parentale sul fatto che i bambini non devono essere allontanati dalle madri, soprattutto in maniera brutale perché è contro lo Stato di diritto, oggi tutte noi possiamo testimoniare che all'interno dei Tribunali nulla o poco sia cambiato.
Siamo qui per chiedere che venga fatto un decreto legge per riportare a casa i bambini sottratti alle madri, per analizzare meglio, per bloccare quei procedimenti in cui i bambini sono a rischio sottrazione. Purtroppo la violenza istituzionale distrugge la vita, soprattutto quella dei nostri figli. Pertanto chiediamo che sia finalmente messa mano alla legge 54 del 2006 sull'affidamento condiviso perché questa legge ormai da 15 anni si sta rivelando una mannaia sulla vita di donne e minorenni. E' un ripristino della patria potestà violenta, la bigenitorialità di fatto non c'è più, nel momento in cui i figli vengono sottratti alle madri, perché questi figli quelle madre non le vedremo più. Il problema è la legge 54, che impone alla magistratura di stabilire l'affido condiviso sempre e comunque e questo non è più possibile, perché attraverso le perizie psichiatriche viene fatta fuori la figura materna che cerca di denunciare violenze, abusi, maltrattamenti sulle madre stesse o sui propri figli. Denunciare la violenza oggi espone le donne e i bambini ad un rischio, questo è stato riconosciuto anche dagli organismi internazionali. Siamo qui per chiedere un intervento urgente delle nostre istituzioni".
Redazione