Carlo Nordio, interviene alla Convention della Lega alla Lanterna a Roma, spiega la necessità di riformare l' articolo 112 della Costituzione, che sancisce l'obbligatorietà dell'azione penale. "Il magistrato ha il duro compito di giudicare entrando nella mente del reo ed interpretare il suo gesto", dice Nordio, "altra attività è quella del Pm invece che malgrado il suo enorme potere discrezionale non rischia nulla. In nessun Paese al mondo esiste un simile sistema che non prevede nessun regime sanzionatorio per Pm che sbaglia. Un Pm può tenere un' inchiesta per anni sulla sua scrivania, per poi magari estrapolare alcuni particolari per colpire una singola persona."
Nordio è magistrato dal 1977, è stato consulente della Commissione parlamentare per il terrorismo e presidente della Commissione ministeriale per la riforma del codice penale. È stato, fino al pensionamento avvenuto nel 2017, procuratore aggiunto della Procura di Venezia, titolare dell'inchiesta sul MOSE, è stato protagonista della famosa stagione di Mani pulite, con la celebre inchiesta sulle cosiddette cooperative rosse. Negli anni ottanta condusse le indagini sulle Brigate Rosse venete e sui sequestri di persona e negli anni novanta indagò sui reati di Tangentopoli.
L'intervista di Elisa Saltarelli a Carlo Nordio
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