Continua l'attenzione di PRIMAPAGINA per dare voce a tutte quelle mamme, quei papà, quei nonni, che hanno visto portare via i loro bambini dalle loro case, come fossero dei criminali. L'ultimo di migliaia di casi che ogni anno avvengono nel nostro Paese, è quello di nonna Sofia, una signora perbene, ex maestra elementare, che ha raccontato la drammatica esperienza dell'allontanamento disposto dal Tribunale dei Minori nei confronti del proprio nipote, un meraviglioso bimbo di sette anni che è stato prelevato nella casa di Viterbo, dove stava trascorrendo qualche giorno di vacanza con la mamma e i nonni materni. Il piccolo, affetto da epilessia, è stato prelevato, secondo il racconto della nonna presente questa mattina a Montecitorio in un sit- in di protesta organizzato da un gruppo di mamme, con una modalità molto scioccante, che ha lasciato un segno doloroso e indelebile nella vita di tutta la famiglia, ad iniziare dal piccolo. Questa donna e sua figlia, la madre del bambino, chiedono giustizia. In un Paese civile, che dovrebbe guardare come priorità al benessere psicofisico dei bambini, non si possono accettare queste modalità di allontanamento, fermo restando che lo stesso allontanamento dovrebbe essere una soluzione estrema e che invece viene utilizzato, ci sentiamo di dire ascoltando queste storie drammatiche, con troppa facilità. Le istituzioni dovrebbero aiutare a migliorare al vita dei bambini attraverso un aiuto alla famiglie e non attraverso metodi brutali che non si riservano neanche ai peggiori delinquenti. Uno Stato che ama i suoi figli agisce con molta attenzione e delicatezza, con coscienza dovrebbe preservare il legame fondamentale per la crescita sana di ogni essere umano, il rapporto madre-figlio.
Redazione PRIMAPAGINA